Arrivati a un certo livello di “anzianità”, gli artigiani (termine che usiamo in modo ampio per intendere tutti coloro che sono capaci di creare un oggetto artigianale) si trovano davanti a un bivio: continuare con il proprio hobby in maniera amatoriale, limitandosi a produrre creazioni solo per amici e parenti; oppure ambire a fare della propria passione una professione vera, aprendo una ditta (individuale o no, in questa fase poco conta).
In questo post abbiamo voluto riassumere gli elementi più importanti ai quali fare attenzione se si opta per questa seconda strada.
La progettazione
Ricorriamo a un esempio pratico: un’azienda come motiva italia è riuscita a diventare fra le protagoniste del settore healthcare nel giro di 30 anni – possono sembrare molti ma sono un’inezia se inseriti nel contesto di ditte della Penisola che sono passate di mano in mano attraverso più generazioni della stessa famiglia.
Il merito di questa ascesa rapidissima non sta solo nella conoscenza del proprio settore o del ricorso a materiali dalla tecnologia avanzatissima, ma di un business plan solido, che ha saputo intercettare le necessità di milioni di pazienti. Un business plan, però, che non può mai essere frutto di improvvisazione. Serve, necessariamente, l’aiuto di un professionista (come un commercialista).
La burocrazia da tenere sempre presente
A proposito di commercialista, questo servirà anche ad aprire partita IVA, ad assegnarvi il corretto codice ATECO e a ricordarvi tutte le scadenze fiscali. Ma non finisce qui. Fra i documenti necessari per aprire una ditta vanno ricordati l’iscrizione al Registro delle Imprese; la comunicazione di inizio attività da presentare al Comune di residenza; quella da fare, contestualmente, alla Camera di Commercio. E poi: state per assumere del personale? Andranno aperte le loro posizioni sia all’INPS che all’INAIL.
Questo per iniziare. Sono allo studio misure per snellire questi iter, ma nel frattempo ci sono anche altre incombenze da tenere presenti: per esempio, la forma migliore da dare alla propria ditta (s.a.s? s.r.l.? s.n.c.?). Anche in questo caso, bisogna dotarsi di un commercialista di fiducia, che farà i vostri interessi consigliandovi nel modo migliore.
I costi
A seconda della struttura e dell’inquadramento che vorrete dare alla vostra ditta, dovrete prevedere dei costi. Stilare un budget, sia per questa fase che per quelle a venire, è fondamentale quanto avere un business plan.
In particolare perché potreste scoprire di avere diritto a facilitazioni, sgravi o addirittura finanziamenti, che vengono periodicamente erogati dalla propria regione di appartenenza, dal Comune dove si vive o anche dall’Unione Europea – a seconda del vostro profilo professionale, del settore del quale vi occupate o della vostra fascia d’età.
Aiuti che, visti i tempi che corrono, sarebbe meglio non sprecare!