Raccontare la storia dell’artigianato nel contesto della civiltà umana è un compito davvero ingrato: quando dicevamo altrove che il lavoro più antico del mondo è quello dell’artigiano non scherzavamo!
L’evoluzione nel passaggio da nomadi a stanziali
I nostri antenati di decine di migliaia di anni fa per sopravvivere erano capaci di costruire con le proprie mani un po’ di tutto. Lavoravano grossolanamente il legno, impastavano l’argilla per farne vasi e scodelle, conciavano la pelle degli animali uccisi… La specializzazione, caratteristica che attribuiamo ai professionisti di questo settore, arriva solo quando l’uomo diventa stanziale, e oltre a una comunità propria si rivolge a quelle di passaggio dai propri territori per scambi commerciali.
Allora nascono e si affermano vasai (quelli greci sono così celebri da rappresentare il nucleo di molti dei nostri musei archeologici!), tintori (i Fenici), tessitori (i tappeti, per esempio, sono una prerogativa dell’Asia Minore e dell’Egitto)… Tuttavia, trovare una data di nascita precisa per queste attività artigianali è impossibile.
In compenso sappiamo che la considerazione sociale degli artigiani cambia nel momento in cui l’antica Grecia e successivamente l’antica Roma acquistano potere economico: in maniera parallela, entrambe queste civiltà riconoscono che le produzioni artigianali hanno più valore se vengono create con più cura – nascono così anche “superstar” ricordate ancora oggi come Eufronio o Nicostene.