La tradizione artigianale del nostro Paese è in larghissima parte discendente, e ascrivibile, alle culture e dominazioni che si sono alternate all’interno della Penisola per secoli, a volte per millenni.
In alcuni casi le comunità religiose attestatesi sul territorio nel Medioevo hanno affinato tecniche e pratiche produttive che esistevano già e che nella stragrande maggioranza delle circostanze ci sono collettivamente arrivate da Etruschi o Romani, da Normanni o Arabi, permettendoci di diventare maestri artigiani.
Maestri, ma in cosa?
Anche e soprattutto gli stranieri in visita in Italia conoscono il valore delle produzioni artigianali italiane: i nostri connazionali sono bravi a comunicare all’estero, un po’ meno a vendersi nel nostro stesso paese. In cosa, dunque, eccelliamo a livello artigianale? Abbiamo raccolto qui di seguito alcune delle nostre manifatture di maggior valore.
Il tombolo abruzzese
Il merletto più famoso d’Italia, che si produce su strumenti appositi detti fuselli, è probabilmente di derivazione fiamminga e la sua “importazione” si deve, curiosamente, a una gara di solidarietà di epoca quattrocentesca, quando famiglie dal nord Europa scesero in Abruzzo per ricostruire città devastate dal terremoto del 1461. Oggi i pezzi più pregiati possono costare anche migliaia di Euro. Per non parlare di quelli vintage…
Le ceramiche di Deruta
Questo centro umbro è celebre per le particolarissime – e copiatissime – maioliche e ceramiche, veri e propri capolavori in qualche caso esposti in musei di gran nome (come il V&A di Londra). Sull’origine di questi lavori ci si interroga ancora, ma una delle teorie è che siano di origine saracena (la dominazione araba è ben documentata in questo territorio).
L’arte presepiale napoletana
L’invenzione del presepe, si sa, è opera di San Francesco d’Assisi, ma è solo nel diciottesimo secolo che questa forma d’arte arriva in Campania, dove gli artigiani imparano a riprodurre anche persone e scene di tutti i giorni: è proprio la Natività che conosciamo tuttora!